Via Mario Greppi

Il Fanciullo di Angera

Sito n.44 del Museo Diffuso

2016

Riproduzione con la tecnica dei colori spray del dipinto di Caravaggio (1571-1610) Il fanciullo con canestra di frutta, realizzata dall’artista Andrea RAVO Mattoni in occasione del Settembre Angerese 2016, nell’ambito del suo progetto Una Pinacoteca a cielo aperto. L’opera è stata realizzata grazie al contributo della Famiglia Tedeschi e della comunità angerese.

Nel Marzo del 2016 alcuni muri del centro storico erano stati imbrattati da scritte inneggianti il fascismo.

Il Comune - Assessorato alla Cultura e al Turismo ha quindi invitato Andrea Ravo Mattoni a trasformare la bruttezza di quei muri e di quel gesto, in un’occasione per inneggiare alla bellezza, ad una bellezza monumentale, universale, da condividere con tutta la cittadinanza e capace di trasformare radicalmente l’aspetto della piazza e della via in cui si trova.

La Famiglia Tedeschi, proprietaria dell’immobile scelto per la realizzazione dell’opera, ha aderito e cofinanziato l’iniziativa. La dittta Nuova Clean ha fornito l’elevatore, Valentino ha offerto la preparazione del muro, i commercianti della via Greppi e l’Associazione ProLogo hanno contribuito con beni e strumenti alla buona riuscita dell’inaugurazione.

Andrea Ravo Mattoni, nato a Varese nel 1981 in una famiglia di artisti, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Milano e dopo numerose esperienze artistiche nel contesto lombardo e nazionale, sviluppa nel 2016 il progetto Una Pinacoteca a cielo Aperto. L’intenzione è quella di riportare all’attenzione di tutti dipinti che hanno fatto la storia dell’arte, per riscoprire il classicismo in tutte le sue espressioni. Ogni autore e ogni opera scelta ha un preciso legame con il territorio in cui viene riprodotta. La performance diventa così occasione di dialogo diretto con il territorio. Il luogo diventa parte integrante del progetto e elemento capace di attribuire nuovi significati all’esperienza della visione di quelle opere. Obiettivo del progetto artistico di Ravo è incuriosire e avvicinare più Persone possibili alla forza e alla bellezza dell’arte: portare i dipinti in strada e all’attenzione della strada, facendo al tempo stesso un’operazione tipica dell’arte contemporanea e postmoderna. Il progetto intende proporre una sorta di collezione d’arte, fino ad oggi esposta e “rinchiusa” nelle sale dei più grandi musei del mondo. Non per sostituire ma anzi per esaltare il ruolo dei musei, per dar loro nuova visibilità.
Al tempo stesso l’obiettivo è quello di risvegliare l’interesse culturale verso i territori dove i dipinti vengono riprodotti. Altre opere dell’artista sono in Sicilia, Lazio, Sardegna e sono previste in molti altri siti nazionali e internazionali (www.andrearavomattoni.com).

La scelta dell’Amministrazione e dell’artista è ricaduta su un’opera di Caravaggio, che rappresenta uno dei massimi vertici dell’arte lombarda, e sul Fanciullo con Canestra di frutta, un vero e proprio invito a godere dei frutti e delle bellezze della natura e del paesaggio angerese, un cesto carico di grappoli, un modo per celebrare la vendemmia, protagonista di una festa, il Settembre Angerese, che rivive dal 1497, quando Ludovico il Moro concesse alla Città il diritto di mercato e di due fiere annuali.

L’opera di Caravaggio

Il Fanciullo con Canestra di frutta è esposto presso la Galleria Borghese di Roma, è una delle prime opere eseguite a Roma dal giovane Caravaggio che, terminato da poco l’apprendimento milanese presso Simone Paterzano, viene per breve tempo in contatto con la fiorente bottega di Giuseppe Cesari, il Cavalier d’Arpino. È un periodo intenso, di grande stimolo, in cui vanno definendosi le caratteristiche essenziali della sua pittura: l’amore per il dettaglio, l’attenzione al vero, l’utilizzo di una luce che scolpisce, una tavolozza di colori decisi. Lo stesso Caravaggio non ha dubi nel definire ottimo pittore “solo colui che sappia dipingere bene le cose naturali”. In quest’opera, realizzata nel 1593, straordinaria per la sua precocità, ci sono già tutti questi elementi: un fanciullo,  dall’espressione dolcemente languida, regge un cesto ricolmo di frutta, che risalta sul bianco della camicia, “acceso” dalla luce che entra dall’alto a sinistra. Mele, fichi, uva, melograni, le foglie, l’intreccio del vimini del cesto: tutto è reso con meticolosità sapiente, che contrasta con i contorni più sfumati, delicati, del giovane, come se la macchina da presa del regista avesse messo a fuoco solo il primo piano. Sul muro di fondo invece, l’ombra proiettata da un ostacolo di cui ignoriamo la forma, evoca, forse non per caso, un paio di effimere ali, a incorniciare la figura di quest’angelo di sensuale mollezza, che sembra sul punto di confidarci qualcosa. Il gioco dei colori è simile a un contrappunto musicale, che rimanda dal bianco della camicia al nero intenso degli occhi e dei capelli, ai colpi di luce sui chicchi d’uva, al colore opaco delle foglie e del fondo, ai rossi, ai bruni, ai verdi.

Nel Fanciullo sono evidenti gli elementi della formazione giovanile del pittore: l’influenza manierata del Peterzano, le luci brillanti del Lotto, la pastosità del Savoldo, la conoscenza della pittura veneta e fiamminga, ma soprattutto l’amore per la realtà, cifra stilistica fondamentale di tutta l’arte lombarda e forse anche oggi elemento tipico della personalità di chi abita questi territori.

L’inaugurazione

Il Dipinto è stato inaugurato il 24 Settembre 2016. La presentazione è stata condotta, alla presenza delle autorità locali, dall’artista Anita Romano, attrice e cantante, che ha dedicato al Fanciullo di Angera una canzone di Eden Ahbez il cui testo evocativo rivela anche il messaggio e la finalità dell’intervento culturale e sociale voluto e realizzato dall’Amministrazione comunale per il bene della cittadinanza.

There was a boy
A very strange enchanted boy
They say he wandered very far, very far
Over land and sea
A little shy and sad of eye
But very wise was he

And then one day
A magic day he passed my way
And while we spoke of many things
Fools and kings
This he said to me

The greatest thing you'll ever learn
Is just to love and be loved in return

C'era un ragazzo
Un ragazzo molto strano e incredibile
Si diceva che avesse viaggiato lontano,
vagabondando oltre le terre e gli oceani
Era un po' timido e con una vena di tristezza in fondo allo sguardo, ma anche era molto saggio

E quel ragazzo un giorno
Un magico giorno incrociò il mio cammino
E Mentre parlavamo di molte cose
Di buffoni e di Re,
di potenti e di poveracci mi disse:

La cosa più grande che tu possa mai imparare
È amare  ed essere amato

Il testo è stato redatto con il contributo di Carlotta Collarin, storica dell’arte.

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