Il 13° Battaglione Cecoslovacco ad Angera
Sito n.43 del Museo Diffuso
1919
Angera ricorda i soldati cecoslovacchi che combatterono al fianco delle truppe italiane durante la Prima Guerra mondiale e che furono di stanza nella Corte dei Cardana.
In via Paletta si apre la Corte dei Cardana, detta anche curt da bass (cortile inferiore) per distinguerla dalla curt da sura (cortile superiore), situata nell’attuale via Mario Greppi. Su un muro che si affaccia sulla Corte dei Cardana compare parte di uno stemma e di una scritta, dipinta dai soldati cecoslovacchi in addestramento ad Angera.
Il dipinto non è facilmente visibile, ma ne esistono ancora riproduzioni che permettono di ricostruire il testo completo che, tradotto in italiano, recita:
Salve - Lunga vita alla Repubblica Cecoslovacca 13 Battaglione, terza compagnia, anno 1919
La testimonianza rievoca un momento particolare della storia della Prima Guerra mondiale. Dal 1917 infatti molti prigionieri e disertori cechi e slovacchi, dichiararono di opporsi alle alleanze militari sancite dai loro governanti, e di voler entrare a far parte dell’Intesa e combattere contro gli austro-ungarici. Molti di loro entrarono quindi nelle file dell’esercito italiano e di quello francese.
I cecoslovacchi portavano la divisa italiana con il cappello alpino e avevano le mostrine con i due colori rosso e bianco.
Tra il 1918 e il 1919, i soldati della II Armata Territoriale Cecoslovacca, composta da circa 40.000 uomini, furono mandati in addestramento nella provincia di Varese.
Tra Gennaio e Giugno del 1919 il 13° Battaglione Cecoslovacco fu di stanza ad Angera, anch’essi indossavano la divisa italiana, ma senza il cappello degli alpini.
I militari cechi e slovacchi furono accolti con simpatia dalla popolazione locale, venivano invitati a feste e sagre e spesso, nelle ore di libera uscita, aiutavano i contadini nei lavori dei campi.
Durante la permanenza ad Angera organizzarono una serata di beneficienza e raccolsero 157 lire da devolvere all’assistenza ai poveri e agli ammalati di Angera. Per ringraziarli il 9 Giugno del 1919, gli angeresi regalarono ai militari in partenza una bandiera.
Sembra che fossero particolarmente simpatici alle ragazze del posto, tanto da far preoccupare il parroco di Angera, e molte famiglie mantennero negli anni una significativa corrispondenza epistolare. Un esempio è una lettera del 1935 di un soldato che trascorse 5 mesi ad Angera nel 1919, indirizzata al Sindaco di Angera: Al Signor Comandante della Città di Angera. Il primo cento saluti per tutti i Angeresi e ricorda poi la famiglia di Maria Baranzini.
Della loro permanenza ad Angera oltre alla scritta e ad alcune foto e documenti d’archivio, rimane il nome dialettale di un fungo dei nostri boschi. Seguendo le loro abitudini alimentari, i cecoslovacchi raccoglievano infatti nei boschi alcuni funghi detti bausit che gli angeresi non ritenevano commestibili a causa del loro aspetto viscido. Vedendo che i soldati se ne cibavano senza problemi anche i locali cominciarono a raccoglierli e a cucinarli, tanto che ancora oggi vengono chiamati Sluach.
Tre soldati cecoslovacchi morirono durante l'addestramento, e furono sepolti al cimitero di Angera, furono traslati dopo qualche anno al Cimitero Cecoslovacco di Solbiate Olona.
Il testo è stato redatto grazie alla collaborazione di Remo Cardana e Luciano Besozzi.